Se soffri di mal di schiena o un’altra patologia della colonna vertebrale e non ti sei mai rivolto ad uno specialista per paura dell’eventuale necessità di un intervento chirurgico questa pagina fa per te.
BSP Neurochirurgia risponde alle 10 domande più frequentemente poste sulla Chirurgia Vertebrale.

La decisione di ricorrere alla chirurgia per un disturbo della colonna vertebrale è spesso legata al fallimento di un approccio conservativo ben condotto che quindi deve includere la fisiochinesiterapia, la terapia farmacologica e le tecniche di terapia del dolore (ad esempio trattamenti infiltrativi).
Sintomi che compromettono una normale vita sociale e professionale con una riduzione generale della qualità di vita giustificano il ricorrere alla chirurgia. La maggior parte degli interventi chirurgici alla colonna non ha un indicazione urgente.
Un’eccezione a questo principio generale riguarda alcune patologie post-traumatiche o di natura oncologica che richiedono un trattamento chirurgico ab initio.
Se correttamente effettuati gli interventi di chirurgia vertebrale hanno tassi di rischio trascurabili, ancor più se paragonati ai benefici ottenuti dal paziente quando eseguito con la corretta indicazione.
Il rischio di finire paralizzati dopo un intervento di chirurgia vertebrale è talmente remoto da potersi considerare una vera e propria leggenda metropolitana.
Al contrario, per alcune patologie della colonna vertebrale, non ricorrere alla chirurgia può condurre a quadri di severa invalidità e compromissione della qualità della vita.
Nella nostra esperienza il rischio di recidiva di ernia del disco dopo un intervento di asportazione di ernia del disco è estremamente modesto e pertanto assolutamente sproporzionato rispetto ai benefici che si possono ottenere con un intervento di asportazione mininvasivo correttamente eseguito.
Lo Spine Center si avvale del contributo di un team di anestesisti e terapisti del dolore esperti anche nel trattamento mediante ozonoterapia ed un largo spettro di trattamenti infiltrativi.
La chirurgia vertebrale è consigliata nel caso in cui anche queste opzioni terapeutiche risultano infruttuose.
L’obiettivo principale della maggior parte degli interventi di chirurgia vertebrale e del sistema nervoso periferico è la decompressione di strutture nervose (midollo spinale, radici spinali, nervi periferici).
Obiettivo altrettanto importante è la prevenzione o il trattamento dell’instabilità vertebrale mediante interventi di stabilizzazione o di fusione della colonna, anche noti come interventi di artrodesi vertebrale che ricorrono all’impiego di mezzi di sintesi o protesi.
Il ricovero avviene il giorno stesso dell’intervento. Per tutti gli interventi eseguiti in anestesia generale è necessario rispettare almeno 24 ore di osservazione postoperatoria.
La mobilizzazione può avvenire il giorno della procedura o la mattina successiva. La degenza postoperatoria varia tra le 24 e 48 ore.
Per gli interventi eseguiti in anestesia locale la mobilizzazione postoperatoria è pressoché immediata con la possibilità di un ritorno a domicilio il giorno della procedura.
Il miglioramento della sintomatologia dolorosa preoperatoria dipende da tanti fattori. Nella maggior parte dei casi, il dolore migliora sensibilmente immediatamente dopo l’intervento.
Nei pazienti affetti da sindromi dolorose croniche il miglioramento può necessitare del tempo e non essere immediato dopo l’intervento.
Lo Spine Center collabora con un team di anestesisti e terapisti del dolore specializzato nella presa in carico e terapia del dolore di tutti i pazienti candidati ad intervento per patologie della colonna vertebrale.
Durante la fase di convalescenza postoperatoria è possibile condurre una vita del tutto normale.
I pazienti sono esortati a camminare senza sforzarsi eccessivamente. Al contrario il sollevamento di pesi, le attività sportive, la conduzione di un autoveicolo sono proibiti almeno nel corso dei primi 20 giorni dopo l’intervento chirurgico.
Per gli interventi di artrodesi vertebrale sarà necessario indossare un busto o un collare cervicale durante il primo mese postoperatorio a seconda dei casi.
Una valutazione specialistica e un inquadramento radiologico con una risonanza magnetica senza contrasto del tratto operato sono fondamentali.
Anche in questo caso una terapia conservativa ben condotta risolve i sintomi nella maggior parte dei casi. In alcuni casi invece può rendersi necessario effettuare procedure per il trattamento del dolore legato alla presenza di aderenze cicatriziali post-chirurgiche.
Solo in pochissimi casi è necessario reintervenire chirurgicamente su una colonna vertebrale già operata.
BSP Neurochirurgia opera presso numerose strutture convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale.
La casa di cura privata Nuova Villa Claudia è convenzionata con tutte le maggiori assicurazioni sanitarie e da sempre ha un occhio di riguardo per i suoi pazienti offrendo percorsi diagnostici, visite specialistiche, sedute con fisioterapisti, osteopati ed ozonoterapia a tariffe agevolate.
Salve sono Valentina ho 37 anni ed è da almeno 20 gg che sono con un dolore pazzesco al nervo sciatico..ho fatto ieri la risonanza e mi è uscita una piccola ernia tra L5 e S1…sto facendo su prescrizione dell ortopedico punture di toradol e muscoril..vorrei sapere se è la cura giusta..
Inoltre sulla risonanza è uscita una lieve lordosi con iniziale disidratazione dei dischi e presenza di accennati bulgings a livello di L3 L4 ed L4 L5
Oggi dopo due punture di questi due medicinali la schiena va meglio…ma mi tormenta il dolore al ginocchio…è tutto collegato??
Cara Valentina,
mi perdoni per la risposta tardiva. I farmaci prescritti dal collega ortopedico sono corretti. Nei casi di lombosciatalgia refrattaria a questo trattamento prenderei in considerazione un ciclo di cortisonici qualora non ci fossero controindicazioni particolari alla loro assunzione.
Nella maggior parte dei casi le lombosciatalgie acute dovute a ernie del disco L5-S1 di modeste dimensioni tendono a migliorare con i farmaci ed il riposo.
Qualora ritenesse necessario un secondo parere, sopratutto se il quadro non dovesse migliorare nell’arco dei primi tre mesi dopo l’insorgenza dei sintomi, rimaniamo a disposizione per una visita di controllo a studio. Può consultare la nostra segretaria (Anna – cell. 3913402136) per scoprire lo studio più comodo per pianificare una consulto con la nostra equipe.
Cordialmente,
Dr.Caporlingua Alessandro
Buonasera sono stata operata di artrodesi….1 anno fa adesso ho una forte sciatica…che nn mi passa nemmeno con il toradol e benrelan …volevo sapere se si possono essere creati danni….faccio un lavori faticoso….la pizzaiola….
Cara Luciana,
nel suo caso è necessaria una valutazione del quadro clinico e di quello radiologico per esprimersi circa il percorso terapeutico più adeguato e sull’eventualità di danni secondari all’intervento da lei citato.
Rimaniamo a sua disposizione per un eventuale consulto
Cordialità
Team BSP Neurochirurgia
Per appuntamenti contattare Anna al numero +39 3913402136
Per ulteriori informazioni, lo scrivente, dr.Alessandro Caporlingua (+39 3298120226)
Buongiorno, ho 61 anni e sono stato operato a novembre/2021 per ernia discale L4/L5, in quanto refrattario a tutte le cure prescritte e per compromissione del nervo sciatico.
A marzo/2022 dopo risonanza magnetica ho avuto una recidiva nello stesso punto per gli sforzi fatti per forza di causa maggiore, ho rifatto la stessa cura e sembra andare un pochino meglio ma appena stacco i farmaci pian piano il dolore ritorna.
Purtroppo sono soggetto a fare sforzi per mia figlia disabile grave che pesa 30kg e non deambula, per questa ragione e per la rotazione della L5 mi è stato consigliato l’artrodesi per il dolore e per ridurre la percentuale di rischio di altra recidiva.
Che mi potete suggerire?
Grazie
Caro Gaetano,
canonicamente il trattamento dell’ernia del disco intervertebrale recidiva refrattaria al trattamento conservativo è chirurgico. E’ necessario valutare, di caso in caso, l’indicazione ad una procedura di fusione del segmento della colonna interessato oltre che quella di asportazione dell’ernia recidiva. Le tecniche di fusione della colonna sono molteplici, adottando quella più adeguato a seconda del caso specifico.
Pertanto, almeno sulla base delle informazioni a nostra disposizione, l’indicazione chirurgica è corretta.
Rimaniamo a sua disposizione per un eventuale consulto
Cordialità
Team BSP Neurochirurgia
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Salve…io soffro da quasi 6 anni di dolore cronico lombosacrale causato dalla sindrome di Bertolotti..ho letto che volendo si può operare…ma ci sono benefici evidenti?!
Buongiorno,
non conoscendo il quadro clinico-radiologico del suo caso ci è difficile esprimere un parere sui benefici di un intervento chirurgico sul suo mal di schiena. La sindrome di Bertolotti può avere manifestazioni diverse di paziente in paziente pertanto non designando in sé una condizione specifica non è possibile dire con certezza quale sia il trattamento più adeguato nel suo caso senza aver prima eseguito una valutazione completa della sua condizione clinica e della documentazione radiologica.
Rimaniamo a sua disposizione per un eventuale consulto.
Cordialmente
Team BSP Neurochirurgia
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Salve!!sono una ragazza di 18 anni tra poco 19!il 20 luglio purtroppo ho fatto un incidente stradale abbastanza grave dove ho rotto una vertebra,sono stata operata il 23 ,i dottori mi hanno detto che potrò riprendere a fare tutto come prima ma ho tanta paura,ho bisogno sempre di certezze quindi sono sempre a cercare informazioni,a me piace tanto ballare e snodarmi,fare ginnastica artistica,saltare,nuotare e buttarmi ovunque insomma fare cose che ora come ora vedo impossibile,vorrei sapere se potrò rifare tutto come prima ,se la mia vita tornerà come prima,se potrò ballare muovendo i fianchi e ogni singola parte del mio corpo senza aver paura,se potrò snodarmi e fare capriole e ogni tipo di salti,se potrò nuotare e buttarmi senza aver paura di nulla,vorrei una risposta sincera le sarei davvero molto molto grata!!
Cara Riri,
non è possibile purtroppo rispondere a questa domanda non conoscendo né il quadro clinico attuale né quello radiologico. Quello che è possibile fare e NON fare dopo un intervento alla colonna effettuato per una frattura vertebrale dipende in larga misura dalle caratteristiche iniziali della frattura e dal tipo di intervento effettuato dai colleghi che l’hanno presa in carico. La nostra raccomandazione è pertanto quella di seguire le indicazioni degli specialisti che l’hanno operata per mitigare i rischi di complicanze postoperatorie.
In bocca al lupo per la sua convalescenza e per la ripresa, graduale, della sua normale quotidianità,
Team BSP Neurochirurgia
Salve Giovanni.Mi è stato suggerito intervento di artrodesi lombare con viti e barre,per discopatia avanzate l3 l4 l4 L5.
Sono un podista amatoriale.
Dopo l’ intervento non potrò più correre fare podismo?
Grazie
Caro Giovanni,
dopo un adeguato periodo di convalescenza postoperatoria è possibile riprendere gradualmente l’attività sportiva a seguito di un intervento di artrodesi vertebrale posteriore del tipo descritto nel suo messaggio. Ovviamente non è possibile esprimere un parere specifico nel suo caso non avendo contezza della sua condizione clinica e del quadro radiologico.
Rimaniamo a sua disposizione per un eventuale consulto
Team BSP Neurochirurgia
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Per ulteriori informazioni, lo scrivente, dr.Alessandro Caporlingua (+39 3298120226)
Buongiorno,sono Claudia soffro da tanto tempo di lombasciatalgia acuta. Ho fatto un Rm e c’è un erinia ostrusa che preme sul nervo sciatico L 4 e L5 dovrebbe essere. Il neurochirurgo dove sono stata mi ha detto che c’è bisogno dell’Intervento ma io ho davvero tanta paura. Mi potrebbe consigliare lei gentilmente?
Cara Claudia,
l’indicazione a trattare chirurgicamente un’ernia del disco intervertebrale è legata principalmente a due fattori:
– presenza di sintomi che non rispondono alla terapia conservativa massimale protratta per un adeguato periodo di tempo e/o
– presenza di disturbi neurologici della forza dell’arto inferiore colpito dalla sciatica
Se questi “requisiti” sono soddisfatti la raccomandazione è di affidarsi ad uno specialista di chirurgia vertebrale per affrontare l’intervento chirurgico.
Nella nostra pratica clinica questi interventi sono considerati di routine con tempi di degenza postoperatoria inferiori alle 48h!
Rimaniamo a sua disposizione per un eventuale consulto
Team BSP Neurochirurgia
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Buongiorno,sono Claudia soffro da tanto tempo di lombo sciatalgia acuta. Ho fatto un Rm e c’è un ernia che fuoriesce e preme sul nervo sciatico L 4 e L5 dovrebbe essere. Il neurochirurgo dove sono stata mi ha detto che c’è bisogno dell’Intervento ma io ho davvero tanta paura. Mi potrebbe consigliare lei gentilmente?
Cara Claudia,
l’indicazione a trattare chirurgicamente un’ernia del disco intervertebrale è legata principalmente a due fattori:
– presenza di sintomi che non rispondono alla terapia conservativa massimale protratta per un adeguato periodo di tempo e/o
– presenza di disturbi neurologici della forza dell’arto inferiore colpito dalla sciatica
Se questi “requisiti” sono soddisfatti la raccomandazione è di affidarsi ad uno specialista di chirurgia vertebrale per affrontare l’intervento chirurgico.
Nella nostra pratica clinica questi interventi sono considerati di routine con tempi di degenza postoperatoria inferiori alle 48h!
Rimaniamo a sua disposizione per un eventuale consulto
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Salve, sono stata operata nel 2019 di artrodesi e laminectomia L4 L5. Dopo 9 mesi sono tornati i sintomi e sono peggiorati fino al punto che ad oggi ho bisogno di un bastone per camminare e ho dolori continui alla schiena e alle gambe, crampi e, fitte e scosse elettriche. La notte nel letto è il nome peggiore, non c’è posizione che mi faccia meno male. Ho fatto alcune visite specialistiche con pareri discordanti in merito ad un nuovo intervento o un approccio conservativo. Ho ancora tanti dubbi, non mi fido più di nessuno, vorrei avere il quadro completo e reale della mia situazione.
Cara Adele,
per avere un quadro completo della sua situazione è necessaria una valutazione della documentazione radiologica a sua disposizione e della situazione clinica attuale!
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Cordialità
Team BSP Neurochirurgia
Buongiorno.
È da due anni e mezzo che cerco una risposta.
Un angioma vertebrale nel soma D2 può compromettere la deambulazione?
Mentre si cammina può infiammarsi e andare a toccare/comprimere qualche nervo, tendine, midollo ecc..? E portare così il paziente ad avere difficoltà a proseguire il cammino perché inizia ad avere una deambulazione atassica, con contrazioni e spasmi.
Cara Valentina,
gli angiomi vertebrali sono formazioni benigne della vertebra di riscontro del tutto accidentale nella maggior parte dei casi. Solo in rarissimi casi possono assumere carattere di aggressività e provocare fatti compressivi sulle strutture nervose limitrofe.
Ciò considerato non è possibile dare una risposta a questo quesito senza aver prima preso visione delle immagini radiologiche o del referto. Se l’angioma in oggetto dovesse appartenere a questa categoria di lesioni estremamente rara sul referto radiologico questo aspetto dovrebbe risultare ampiamente segnalato.
Cordialità
Rimaniamo a disposizione
Team BSP Neurochirurgia
Per appuntamenti o consulti (Anna +39 3913402136)