Radiofrequenza

Abbiamo provato in questa pagina a rispondere ai principali dubbi riguardo a questo tipo di intervento, cercando di spiegare in modo chiaro in cosa consiste e quando è consigliabile.

La nostra equipe ha un’esperienza decennale nell’esecuzione di questa tecnica microinvasiva per la cura del mal di schiena.

Abbiamo effettuato centinaia di interventi di questo tipo e nel corso degli anni abbiamo visto perfezionare sempre più la tecnologia utilizzata, rendendo questo intervento qualcosa di estremamente collaudato, minimamente invasivo, efficace e ormai privo di rischi ed effetti collaterali, se non quelli minimi legati ad un’anestesia comunque molto leggera.

Termoablazione faccette articolari e neuromodulazione gangliare in radiofrequenza

La termoablazione delle faccette articolari con radiofrequenza è una tecnica antalgica diffusamente impiegata per il trattamento del mal di schiena cronico causato da una sindrome faccettale.

In 1 caso su 3 la lombalgia cronica é legata all’ infiammazione secondaria alla degenerazione artrosica delle faccette articolari.

In alcuni casi il dolore lombare cronico può esser causato dall’infiammazione delle articolazioni sacro-iliache, condizione nota con il termine sacroilieite. La sacroileite può presentare caratteri clinici simili a quelli della lombalgia provocata da una sindrome faccettale lombare. La diagnosi in entrambi i casi è posta sulla base dei dati clinici ottenuti in occasione di una visita completa e i dati radiologici, in particolar modo quelli forniti dalla risonanza magnetica senza mezzo di contrasto della colonna lombosacrale (o quella del bacino, qualora si sospetti una sacroileite). Una volta posto il sospetto diagnostico di sindrome faccettale, la conferma diagnostica nei casi dubbi può esser agevolata eseguendo un test diagnostico mediante blocco antalgico delle faccette articolari ritenute responsabili del dolore (il tratto della colonna lombosacrale maggiormente colpito da questa condizione è quello compreso tra la quarta vertebra lombare e osso sacro, L4-L5 ed L5-S1). Il blocco antalgico é un’infiltrazione con anestetico locale e/o cortisone della/e faccetta/e articolare/i. Questo test ha una doppia valenza: valenza diagnostica riguardo la sindrome faccettale e valenza terapeutica per il paziente. Il test è positivo quando il dolore lombare migliora a seguito dell’infiltrazione, a prescindere dalla durata del beneficio nel tempo. I pazienti con diagnosi clinica di lombalgia cronica da sindrome faccettale e quelli che migliorano, anche solo transitoriamente, a seguito di un blocco antalgico delle faccette articolari sono validi candidati al trattamento mediante termoablazione in radiofrequenza delle faccette articolari. Nei pazienti affetti da dolore irradiato ad un arto inferiore dovuto ad una sofferenza cronica di una o più radici spinali lombari in assenza di fatti compressivi di natura meccanica (compressioni da ernia del disco o stenosi del canale vertebrale) é possibile valutare l’indicazione ad un trattamento di neuromodulazione del ganglio della radice spinale usando la radiofrequenza pulsata.

Come si esegue la radiofrequenza

Il trattamento é effettuato in regime di day-hospital, in posizione prona sul lettino della sala operatoria in anestesia locale.

Mediante uno speciale ago collegato a un generatore di radiofrequenza e dotato di un elettrodo apicale, si raggiunge la faccetta articolare o il ganglio spinale sotto guida radiologica intraoperatoria (delle radiografie di controllo durante l’intervento). Il controllo radiologico intraoperatorio rende estremamente più sicura, precisa ed efficace l’operazione.

Prima di iniziare il trattamento si eseguono delle stimolazioni tramite l’elettrodo per verificare il corretto posizionamento dell’ago. La stimolazione può rievocare un fastidio o dolore nel punto normalmente dolente della zona lombare

A questo punto si procede alla denervazione del ramo nervoso sensitivo della faccetta articolare o la neuromodulazione del ganglio spinale utilizzando la radiofrequenza continua (denervazione faccette articolari) o pulsata (neuromodulazione gangliare). La radiofrequenza continua, impiegata per la denervazione della faccetta articolare, provoca una neurolesione termica che può tradursi in una sensazione di calore nella zona trattata durante la procedura.

Trattandosi di una procedura eseguita in anestesia locale é possibile che ci siano quindi fastidi durante le fasi di posizionamento dell’ago, durante i test di stimolazione sensitiva e motoria  dei rami nervosi della faccetta articolare e durante il trattamento in radiofrequenza.

La procedura ha una durata media di 15-30 minuti.

Dopo l’intervento

Il paziente pùo camminare fin da subito, la dimissione avviene dopo una breve osservazione postoperatoria.

Viene prescritto un riposo dall’attività lavorativa e sportiva che varia a seconda del tipo di attività svolta e dalla risposta al trattamento conservativo.

I risultati della procedura non sono istantanei ma possono manifestarsi anche a distanza di settimane dalla procedura.

Hai domande o vuoi prenotare una visita neurochirurgica?

Non esitare a contattarci e a porre i tuoi quesiti. La nostra segreteria e la nostra equipe sono a tua disposizione.

8 commenti su “Radiofrequenza”

  1. Maria Lina Decandia

    Io dovrei fare questo tipo di intervento, ho però il valore del fibrinogeno a 617 ,posso farlo lo stesso? Grazie per un eventuale risposta

    1. Buongiorno,

      in rari casi ricorriamo alla sedazione durante la procedura di radiofrequenza nei pazienti fortemente sintomatici o poco collaboranti. Nella restante maggior parte dei casi è necessario effettuare la procedura in anestesia locale senza sedazione per il seguente motivo:

      la fase di denervazione della faccetta articolare in radiofrequenza è preceduta da una fase preparatoria durante la quale un ago viene posizionato sotto guida radiologica in prossimità della faccetta articolare stessa in corrispondenza del punto in cui questa riceve la sua innervazione. Il posizionamento viene verificato ulteriormente effettuando dei test di stimolazione grazie all’elettrodo situato all’estremità della ago durante i quali è richiesto al paziente di riportare eventuali sintomi secondari alla stimolazione. Sulla base dei risultati clinici estemporanei e soggettivi riportati dal paziente stesso a seguito della stimolazione si procede alla denervazione in radiofrequenza. Ovviamente tutto ciò risulterebbe impossibile mantenendo il paziente sedato.

      Cordialmente
      Team BSP Neurochirurgia

      Per appuntamenti contattare Anna al numero +39 3913402136

  2. ARLETA LAVINIA LUPU

    Salve a tutti voi , da cca un unno averto dei dolori alla schiena, zona dorsale ,verso la la scapola destra . i dolori sono aumentati, di tanto in qst anno , così ho deciso di fare la RMN .
    Qui arriva la “bella “diagnosi:

    DATA ESAME: 13-10-2022
    RM RACHIDE CERVICALE
    RM RACHIDE DORSALE
    REFERTO:
    Riduzione della fisiologica lordosi cervicale.
    Degenerazione discale con riduzione in altezza del disco somatico di C4-C5-.
    Protrusioni discali ad ampio raggio a livello di C4-C5 e C5-C6 che determinano impronta sullo spazio subaracnoideo anteriore associate a estrinsecazione nel forame di coniugazione bilateralmente.
    Analogo reperto di minore entità a livello di C3-C4 e C6-C7.
    Protrusione discale mediana paramediana destra a livello di D5-D6 e determina impronta sullo spazio subaracnoideo anteriore.
    Canale vertebrale di normale ampiezza.
    Non alterazione della corda midollare nè della spongiosa ossea.

    Cosa si può fare , x levare di mezzo qst dolore , che si presenta soprattutto di notte.

    1. Buongiorno

      nel suo caso è necessaria una valutazione del quadro clinico e di quello radiologico (vedere le immagini della risonanza magnetica di cui ho preso visione) per esprimersi circa il percorso terapeutico più adeguato.
      Rimaniamo a sua disposizione per un eventuale consulto

      Cordialità
      Team BSP Neurochirurgia

      Per appuntamenti contattare Anna al numero +39 3913402136

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